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Intervista allo studio tecnico “Progetto RiAbita”

Come sarà la Hitball Arena? Ce lo raccontano Tommaso Baudi e Mario Franchi, tesserati Sinombre e fondatori del Progetto RiAbita che insieme allo studio di architettura Paolo Pettene sta progettando l'impianto in cui giocheremo la prossima stagione.
Arch. Tommaso Baudi
Ing. Mario Franchi
Ciao Tommaso e Mario, grazie per questa intervista. Per prima cosa vi chiederei di raccontarci come avete iniziato a giocare a hitball e come sta andando la vostra carriera sportiva.
Tommaso: Ciao! Sono Tommaso Baudi, gioco nei Get To Hit, allenati dal coach Giacomo Catellani. Squadra penso tra le più vecchie di quelle nate in seno a Sinombre: siamo insieme credo da 9/10 anni. Poteva essere il 2014 credo. Sta andando bene dai, abbiamo avuto un periodo in cui ci siamo un po’ scannati, come tutti gli anni, ma poi ne parliamo e ci vogliamo sempre bene!
Mario: Ciao, mi chiamo Mario Franchi e ho iniziato a giocare a fine 2017. Prima è entrata Silvia, mia moglie, e poi sono entrato io. Abbiamo fatto proprio tutta l'arrampicata a partire dal fondo più basso in C2 con i “Bhitfoot”, chiamati così perché facevamo tutto coi piedi, quasi anche per tirare. L'anno dopo si sono rimescolate le carte e sono nati gli Iron Lion Tyson, uno scioglilingua impossibile da pronunciare per tanti nell'Hitball. Siamo penultimi, ma la B1 è una nuova esperienza e ci stiamo ambientando. L'ultima partita ce la siamo giocata punto a punto con i primi in classifica, quindi tutto sommato sta andando abbastanza bene.
Come è nato il progetto RiAbita?
Mario: Io e Tom ci conosciamo da anni. Abbiamo amici in comune e abbiamo anche scoperto di andare in vacanza nello stesso posto. Ci siamo trovati in spiaggia e ci siamo detti: "Tu che ci fai qua?".

Tommaso: io sono architetto e Mario è ingegnere, ognuno ha competenze diverse. Entrambi abbiamo avuto delle esperienze lavorative che ci hanno portati a pensare che quello delle costruzioni sia un mondo in cui, a un certo punto, devi un po’ prendere il largo per i fatti tuoi, altrimenti nessuno ti riconoscerà mai quello che fai né quello che vali. Visto che lui è molto bravo nella parte di gestione del cantiere e nella parte energetica, mentre io ho più competenze sulla parte progettuale, abbiamo deciso di affrontare questo viaggio insieme e di collaborare quando la sfida diventa particolarmente difficile.

Questo studio ha un focus particolare?
Tommaso: Si chiama RiAbita perché la nostra intenzione è proprio quella di guardarci attorno e di prendere coscienza del fatto che viviamo in un paese in cui il patrimonio edilizio è stato costruito negli anni '60 e '70. La sfida non è tanto quella di costruire il nuovo, ma di convertire quello che già c’è con gli standard di oggi.

Mario: Cercare di dare una nuova vita, un nuovo modo di abitare alle cose vecchie, che possono essere sia gli appartamenti ma anche soprattutto i materiali stessi. Per fare un esempio, il tavolo del soggiorno di Tom è fatto da travi di una cascina dismessa.

Vi è già capitato di lavorare su progetti in ambito sportivo?

Mario: All'inizio della carriera, nello studio dove collaboravo, avevo lavorato alla progettazione di un grosso impianto sportivo alle Mauritius. Concorso che avevamo pure vinto, solo che prima che assegnassero il premio in modo ufficiale è cambiato il governo ed è rimasto lì. Peccato perché era anche un bel progetto.

Il 12 gennaio avete fatto il primo sopralluogo all'impianto. Che impressioni vi ha dato?
Mario: Mi è sembrato tenuto veramente molto bene, considerando che ha circa una ventina d’anni. È molto adatto anche all'installazione della nuova gabbia da Hitball perché basterebbe eliminare il campo da bocce esistente. Anche tutto lo spazio vuoto sotto la tribuna si presterebbe molto bene alla realizzazione degli spogliatoi e di tutti quelli che sono i servizi necessari. Per la parte progettuale le potenzialità sicuramente sono enormi. Inoltre ha questa area esterna molto ampia che è perfetta per poter organizzare tutta la parte di eventi estivi e di promozione dell’attività.
Tommaso: Mi è sembrato lo spazio giusto per noi. Qualcosa di più piccolo sarebbe stato difficile da adattare alle nostre esigenze e qualcosa di più grande implica il rischio di non riuscire a mantenerlo.
Potete raccontarci brevemente i primi interventi previsti?
Tommaso: Questo spazio si articola in due punti: quello che era il campo da bocce e una parte di tribune. Attualmente, tutta la parte dei servizi e dei bagni sono nel sotto-tribuna quindi l’idea è di ristrutturare questo sotto-tribuna per farci spogliatoi, docce e quant’altro. Contemporaneamente vogliamo agire invece sulla parte del campo da bocce per renderlo idoneo ad ospitare una gabbia da Hit Ball. Questo vuol dire principalmente fare un getto di cemento in modo tale che poi ci si possa mettere sù la gabbia. Allo stesso tempo ci dedicheremo anche allo studio e all’ingegnerizzazione della gabbia stessa per definire un modello standard da cui partire per poi rifarla anche in futuro.
Mario: Vorremmo qualcosa di replicabile e soprattutto che possa avere un certificato di omologazione. Questo lo renderebbe equiparabile ad un prodotto commerciale verificato e finito che può essere installato senza dover procedere ogni volta a verificarne l’idoneità.
Da dove partire per fare una gabbia da hitball?
Tommaso: Abbiamo preso contatti con un ingegnere di Roma che si occupa di gabbie da padel perché è lo sport più vicino da un punto di vista di campi. Ad esempio il campo da padel è 20 × 10 come quello di hitball.
Mario: Questo ci consente, partendo comunque già dal mondo sportivo, di avere tutta una serie di profili, di accorgimenti, di materiali che possono essere forniti da un settore merceologico.
È previsto uno spazio bar o merchandising?
Tommaso: Per il momento ci stiamo concentrando sull’ottenere il parere positivo del CONI sul progetto attuale che include campo e spogliatoi. Nel momento in cui abbiamo un progetto definitivo, possiamo poi chiedere i preventivi per le imprese e selezionare i professionisti che realizzeranno gli interventi prioritari. Una volta ottenuto il parere del CONI, negli spazi residui, si potranno ideare la zona bar o quella di merchandising, ma si tratta di funzioni che verranno valutate nei prossimi anni.
Mario: Abbiamo un progetto preliminare della gabbia, un preliminare degli spazi dei sotto tribune e dei servizi annessi. Ci manca il parere positivo del CONI su questo progetto preliminare per poter procedere poi al passo successivo. A questo fine ci stiamo interfacciando con lo studio Pettene che ha esperienza in questo ambito.
Quali saranno tra queste le parti più difficili da realizzare?
Tommaso: La sfida è riuscire a fare tutto in tempi rapidi, perché c’è veramente tanta burocrazia dietro e quindi diciamo che l’ideale sarebbe riuscire a realizzare le cose perlomeno nei tempi concessi dalla burocrazia.
Mario: Questi passaggi includono l’autorizzazione del CONI, tutte le verifiche dei vigili del fuoco, i test degli impianti, eccetera. Poi le normative ti cambiano sotto i piedi. Ad esempio, tra poco verrà approvato il nuovo testo sull’edilizia, quindi magari alcuni problemi che ci stiamo facendo non saranno più presenti o, invece, ne sorgeranno altri.
Che effetto fa poter mettere il proprio lavoro al servizio della propria passione?
Tommaso: La cosa bella è che tu, avendo giocato a questo sport qua, nel momento in cui ti confronti per progettare la gabbia o gli spogliatoi, sai già quali sono le criticità oggi sapendo quali sono i problemi, cerchi di non riproporli o di minimizzarne l’impatto. Anche perché dovendo giocare pure tu, ci sei di mezzo in prima persona.
Mario: La parte bella è proprio cercare di progettarla da giocatori. Ora giochiamo in palestre scolastiche con tutti i difetti che possono avere, dalle porte sui lati, ai termosifoni, alle spalliere, ai canestri. Pensando di progettarlo in quel modo, puoi cercare di immaginare il campo per un gioco un po' più fluido all’interno di una struttura completamente dedicata al Hit Ball.
Pensate che possa essere una buona idea per un tesserato farsi avanti per mettere le proprie capacità professionali in collaborazione con la società?
Tommaso: Sì, senza dubbio. Secondo me, potrebbe essere anche la società a fare una call to action, no? La gente si potrebbe anche prendere bene in queste occasioni.
Qui si conclude la nostra intervista. Ringraziamo Tommaso e Mario per il loro tempo. A voi che avete letto fin qui non resta che salutarvi e dirvi

Grazie e ...
Keep Hit Up!

Foto di Andrea Lovera
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